Il progetto di Locazioni Turistiche
L’edificio in questione, situato all’angolo tra via Saragozza e via Mascherella a Modena, versava in stato di abbandono da circa trent’anni e versava in condizioni di grave degrado, nonostante l’esterno apparisse in buono stato. L’interno presentava numerosi problemi strutturali, come il distacco delle tavelle dai solai e lesioni alle murature.
Dalla ricerca storica emerge che la conformazione tipologica dell’edificio è di epoca storica non nota, ma presumibilmente databile intono alla metà del 1800; infatti dal riscontro dei documenti storici individuati, l’edificio n° 1449-1450 (Numerazione Ducato Estense introdotta da Francesco III°), viene acquistato poco prima del 1858 da Don Pio Tassi e, nella Domanda di apertura di una porta su via Mascherella (ASCMO 1858 F553), lo stesso Tassi cita “casa pochi giorni fa acquistata dalla Contessa Margherita Boschetti in Bentivoglio posta nella contrada Saragozza ai nn. 1149-1150, di recente costruzione.
Dalle indagini effettuate si evince che l’edificio ha subito trasformazioni significative nel corso del tempo. Originariamente costituito da due case separate, è stato unificato in un unico complesso. Le strutture portanti e i solai presentano evidenti segni di interventi successivi, probabilmente risalenti agli anni ’30.
Il progetto ha previsto un intervento di restauro conservativo e miglioramento sismico dell’intero edificio, con creazione di n° 7 unità (6 residenze ed 1 ufficio), con le relative cantine ed un’autorimessa.
Le nuove tipologie edilizie non contrastano con l’assetto murario esistente ai vari piani: le nuove divisorie vengono proposte in modo che permanga la lettura dei vani precedenti (travi, solai, ecc). La nuova distribuzione interna è senz’altro favorita anche dalla presenza di due fronti (Saragozza e Mascherella) che consentono l’illuminamento naturale e l’affaccio su strada di tutti i vani utili (cosa ben rara in centro storico).
Di sicuro impatto la progettazione del nuovo vano scala, in ampliamento rispetto all’esistente: infatti La definizione del nuovo assetto distributivo, perfettamente consono alla tipologia originaria, ha previsto l’allargamento del vano scala esistente per poter inserire un ascensore che serva i vari livelli.
La nuova scala “aerea” circonda l’ascensore completamente in vetro continuo, ed essendo costituita da struttura in ferro e pietra, preserva la prospettiva verticale dell’intero vano scala. Contemporaneamente, si mantiene “distaccata” dalle pareti perimetrali consentendo una globale lettura di insieme. Sia i pianerottoli di sosta che le rampe sono costituite da cosciali realizzati, con profili metallici di sezione adeguata, lastra di ferro (gradini e pianerottoli) e da gradini e ripiani rivestiti in pietra (pietra prun bianca).
In questo modo il progetto di ‘conservazione’ e valorizzazione dell’esistente, nella scelta dei materiali, ha tenuto conto della compatibilità tra la materia nuova e quella storica, senza trascurare gli aspetti della leggerezza, l’estetica e la manutenibilità. Il ferro, infatti, è un materiale sempre utilizzato nelle costruzioni storiche come materiale strutturale; oggi l’acciaio, successore del ferro, può essere utilizzato sia come struttura sia come finitura grazie alle ottime caratteristiche meccaniche e alle molteplici possibilità di finitura architettonica.
ARCHITETTO CATERINA BOLDRINI
Viale Corassori 24 Modena – P.IVA 02105340364
Info e consulenze architettoboldrini@gmail.com